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  • Writer's pictureLuca Di Cecca

3 cose che ho imparato al Blender Institute



Qualche tempo fa con i miei amici abbiam prenotato una vacanza ad Amsterdam

Quelle vacanze che ti fai con gli amici che non vedi da tanto tempo, che magari per esigenze lavorative si sono trasferite altrove e che ti permettono di rincontrarti e fare due chiacchiere parlando del passato e del futuro.

Doveva essere così questo weekend ad Amsterdam

ma..ma...ma...

Il CASO ha voluto che i giorni fossero gli stessi delle Blender Conferences 2018

(Se non sai cosa sono le BCon dai un'occhiata -> QUI)

E io che sono un pochetto appassionato di Blender e della comunità che ormai seguo da anni, beh ho dato l'appuntamento ai miei amici alla prossima vacanza, lasciandoli girare a zonzo per Amsterdam! :)

Ho raccolto a tal proposito l'invito del mio amico Alessandro Passariello di blender.it, e mi sono andato a fare un salto alle BCon.

Ho potuto incontrare qui tutte quelle persone, quelle persone che segui anche TU, in carne ed ossa. Quelle persone che spesso finiamo per 'mitizzare' e invece sono dei ragazzi appassionati quanto noi!

Sebbene il giorno alle BCon sia stato molto emozionante e divertente la mattinata Blender Institute è stata illuminante.

Ecco perchè:

  • l'importanza degli spazi aperti! Il team di Spring: il regista Andy Goralczyk e il mitico Julien Kaspar saltellavano tra le scrivanie riempite di giocattoli della Pixar, di stampe 3d di Suzanne e infiniti adesivi! Indice di un forte lavoro di squadra in un progetto comune

  • vedere i lavori fatti . In ogni angolo dell'Istituto ci sono poster, stampe, pupazzetti, render e disegni dei lavori fatti in precedenza. Questo da un lato rafforza il team a creare qualcosa nuovo e di epico, dall'altro va a rafforzare quello "storytelling aziendale" e consolidare il brand identificato in quel logo geniale del frullatore

  • il carisma di Ton. Beh semplice. Se c'è una persona che oggi incarna quel motto "qui non si bada a spese" è proprio Ton Roosendal. Qui non si bada a spese(spare no expence per gli inglesi) è la frase che continuamente ripete Sir Hammon , il creatore di Jurassic Park, vestito tutto di bianco nel film di Spielberg che realizza il proprio sogno senza badare a spese ( e non economiche). La forza di volontà e quegli occhi che brillavano di gioia negli occhi di Ton mentre sgusciava di la e di qua nel sogno realizzato del nuovo Istituto.


_________________________

P.S.

Nello

studio di Tom, dove ho avuto il piacere di fare due chiacchiere con Colin Levy, c'era soltanto un libro affianco alla bacheca con i premi e riconoscimenti ed era questo


L'ho aperto e c'era la dedica stessa di Ed.


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